il Davinotti

il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere

DAVID LYNCH
filmare la trascendenza
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340573 commenti | 64439 titoli | 25567 Location | 12787 Volti

Streaming: pagine dedicate

Location Zone

  • Film: Diabolik - Chi sei? (2023)
  • Luogo del film: L'edificio abbandonato dove la polizia chiede invano notizie del rapinatore ferito nella rapina
  • Luogo reale: Magazzino 7, Area Porto Vecchio, Trieste, Trieste
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  • Film: Con tutto il cuore (2021)
  • Luogo del film: La scuola dove insegna Ottavio (Salemme)
  • Luogo reale: Istituto il nuovo Bianchi Fondazione Grimaldi Onlus, Piazza Montesanto 25, Napoli, Napoli
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ULTIMI VOLTI INSERITITUTTI I VOLTI

  • Natalia Bizzi

    Natalia Bizzi

  • Danilo Verde

    Danilo Verde

Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.

ULTIMI COMMENTI

Commento di: Sbiriguda
Negli anni '90 due giovani si incontrano in un negozio di vinili e inizia la loro storia d'amore, narrata con continui sbalzi temporali tra la passione degli inizi e la tristezza dell'addio. I due protagonisti (la Mavor in primis) fanno la loro parte egregiamente nonostante una sceneggiatura che ha tutti i cliché del genere. Chiaramente ispirato ad Alta fedeltà, del quale però non ha l'arguzia, né il sense of humour, il film si trascina un po' nonostante l'abbondanza di canzoni del periodo (il titolo viene da un album dei Blur) e le discrete ricostruzioni ambientali. Banale.
Commento di: Bullseye2
Ritenuto da molti tra i peggiori film della storia, caposaldo della gloriosa Odeon Tv più volte trasmesso nella serie "I bruttissimi", resta invece un divertente e delirante post-atomico italo-americano dalla gestazione quasi mitologica che, nonostante tutto, si rivela un prodotto godibilissimo e simpatico, in cui non manca l'azione (anche se già vista) e lo spirito vaga tra il serio e il faceto, tra ingenuità e tematiche interessanti (la stupidità della razza umana e la sua brama di potere). Ottima, seppur riciclata, la OST a firma del bravo e sottovalutato Patucchi.
Commento di: Daidae
Discreto di film di gangster vecchio stile (il gangster interpretato da Burton è violento, ma anche mammone, elegante e detesta il traffico di droga). Ottima la prova di un po' tutto il cast. Belle ambientazioni della Londra anni Settanta, ritmo un po' lento se si eccettua la scena della rapina e qualcosa nelle scene finali. Nel complesso un film più che vedibile.
Commento di: B. Legnani
Grazioso cortometraggio comico con Rigadin (poco più di cinque minuti). Si parte con un "tòpos": i due coniugi devono andare a un ricevimento e lei, ovviamente, è in ritardo. Alla festa litigano e lei se ne va. Lui vede un mago all’opera e corre a comprarne la bacchetta magica, poi… Divertente in alcune situazioni (i litigi, le sparizioni dei rivali nella contesa per la carrozza…) ha un finale non del tutto imprevisto, ma azzeccato. L’attore protagonista si sbraccia, ma non arriva al troppo, il mago pare talora prendersi in giro... Non male, davvero.
Commento di: Galbo
Personaggio sicuramente atipico nel panorama calcistico italiano, certamente lontano da quella "fatuità" che a torto o ragione viene associata all'immagine del calciatore tipo, anzi dotato di un indiscusso spessore umano che ne fece un leader in campo. Il bel documentario di Del Grosso fa intuire che tale complessità e integrità umana fosse alla base di una sensazione di disagio che portò Di Bartolomei a una fine prematura e inaspettata. In ogni caso, un documento che si sofferma più sull'uomo che sullo sportivo ed è assolutamente meritevole di visione.
Commento di: Cerveza
La fuga dalla vita limitante di un paesino può passare anche attraverso una lercia chiatta fluviale infestata di gatti. Credi ti possa portare ovunque, ma in realtà lambirà un mondo abbagliante che ti ammalierà dalle sponde con le frottole di veggenti e saltimbanchi. L'unico modo per travalicare tempo e spazio è passare attraverso fantasia e sogno, che purtroppo vanno spesso a braccetto con disperazione e follia. Film poeticamente sbilenco, originale, ma che spesso arranca, si confonde e singhiozza, salvandosi con le sublimazioni oniriche e qualche inquadratura di livello.

ULTIMI PAPIRI DIGITALI

Qualcuno di notte cade da una finestra e si schianta sul tetto di un’auto. Una spinta? Un suicidio? Non c'è nemmeno il tempo di rendersi conto di quello che sta accadendo lì e alla centrale di polizia dove un uomo sta testimoniando… che un nuovo cadavere viene trovato straziato sul letto di un loft dello stesso palazzo: quello di una giovane, i polsi tagliati, un lago di sangue. Stacco e si torna alla centrale, dove si sta già interrogando qualcun altro che si capisce qualcosa deve sapere. Qualcuno che poi entra sempre in quel loft (il titolo originale lo identifica...Leggi tutto chiaramente come l'ambiente chiave) dove trova un nuovo tizio in lacrime ad attenderlo. Scene appartenenti a momenti diversi, tempi diversi che si confondono in un caos che lentamente va prendendo una forma, pur se il film non rinuncerà mai al rimescolamento cronologico.

Il loft se lo spartiscono cinque amici (sposati) che lo utilizzano per spassarsela, un’alcova per i loro incontri amorosi. Ora però si ritrovano a dover capire chi ha ucciso la ragazza rinvenuta morta sul letto. Ripercorreremo, insieme ai cinque, i giorni che hanno preceduto le due morti e quelli successivi saltabeccando senza sosta tra presente, passato e futuro. Conosceremo le rispettive consorti, le amanti, i rapporti tesi che segnano la loro amicizia (due sono anche fratelli, benché assai diversi).

C'è molta, moltissima carne al fuoco in questo thriller olandese che accumula un gran numero di colpi di scena con una certa sapienza, per quanto non risulti sempre facile districarsi nel labirinto di nomi e personaggi che s'incrociano dovendo stare attenti al momento nel tempo in cui le azioni si svolgono. Il rischio è di confondersi, o di dover troppo impiegare a far ordine nella storia per godersela veramente. Con l'aggaravante, per noi italiani, di un doppiaggio terribile che rende assai difficile il poter apprezzare le qualità – che esistono - del film.

Si mescolano il Soderbergh di SESSO, BUGIE & VIDEOTAPE (con tanto di replicante di James Spader, perlomeno nel look, in un ruolo assai simile, al limite dell'omaggio) con un approccio moderatamente trasgressivo che ci porta a vedere i nostri alle prese con donne provocanti e bellissime, mogli regolarmente tradite e un interrogatorio alla centrale di polizia che funge da raccordo velleitario in verità non fondamentale per il dipanarsi della vicenda. Contano di più gli scambi a cinque in cui tutti si rivolgono accuse pesanti con la certezza che qualcuno, tra loro, ne deve per forza sapere molto di più di quanto confessa.

Una fotografia patinata (per quanto low budget), interpretazioni corrette che sostengono senza eccellere una sceneggiatura impegnata a cercare di rendere comprensibile un congegno giallo assai stratificato. La volontà di sfuggire ai cliché del genere è evidente, anche attraverso una regia che prova a infilarci qualche buona idea (pur senza sortire grandi risultati), i personaggi femminili sono tutti sufficientemente ambigui e maliziosi e l'impostazione conserva indubbiamente una sua efficacia. A patto di volersi impegnare nel seguire con estrema attenzione quanto accade e sapendo che non sarà sempre immediata la ricomposizione temporale dei diversi segmenti, da farsi mentalmente…

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Il modello sono i thriller cupi Anni Novanta ispirati a SEVEN, indiscusso capofila del genere, ma lo svolgimento è in realtà molto più vicino agli action polizieschi cui Seagal ha abituato i suoi fan. Se infatti le prime scene, con l'introduzione del serial killer che crocifigge le sue vittime lasciando sul posto inquietanti scenografie di morte, si presenta come un clone povero del classico di Fincher...Leggi tutto, già l'apparizione in centrale di Seagal sdrammatizza immediatamente il tutto lasciando intuire che le ambizioni resteranno confinate a una pallida ispirazione che possa in qualche modo connotare il film per associarlo alla moda corrente.

Il detective Jack Cole, dall'inconfondibile codino e la notevole stazza, viene subito scambiato dal collega Jim Campbell (Wayans) per un santone abusivamente piazzatosi nell'ufficio sbagliato. D'altronde il medaglione al collo e l'abito effettivamente poco consono non fanno pensare esattamente a un poliziotto. Cole accetta con un ghigno la provocazione, ma naturalmente presto tutti si accorgeranno - e Campbell in primis, suo futuro braccio destro - che l'uomo ha capacità intellettive e fisiche tali da non poter essere sottovalutate. Bastano un paio di veloci azioni per far capire ciò a cui va incontro chi si permette di minacciarlo, peggio che mai con una pistola. E anche nel caso del serial killer "cattolico" il nostro ha qualche suggerimento tutt'altro che campato in aria, da dare.

Presto tuttavia ci si sposterà in una direzione più confusa che andrà ad abbracciare la CIA, personaggi pubblici corrotti e ambiti ben poco affini a quelli classici in cui sguazzano i "figli" di SEVEN. Ciò che tuttavia colpisce positivamente è l'ironia accentuata alla quale un Seagal non più fisicamente in forma come ai bei tempi ricorre per rendere simpatico il proprio personaggio. Grazie a una sceneggiatura in questo senso piuttosto centrata, i sorrisi non mancano e anche la presenza di un attore con alle spalle buffe parodie e prossimo a dirigere la saga di SCARY MOVIE come Keenen Ivory Wayans la dice lunga sull’obiettivo perseguito dalla produzione.

Un Seagal quindi più simpatico del consueto si diverte a prendere in giro se stesso pur non rinunciando - ovvio - alle immancabili scazzottate violente e rumorose, supportate da effetti catastrofici di discreta resa (si veda come un ristorante possa andare in frantumi se in cinque o sei all'interno cominciano a menarsele di santa ragione). Quello che dispiace è che poi la storia proceda a fatica andando a scomodare personaggi fin troppo stereotipati (il mister Smith di Brian Cox) finendo per soffocare tra minacce incrociate, sparatorie e azione concitata di rozza fattura; ricondotta insomma, dopo una prima parte più insolita, sui binari del "Seagal movie" più tradizionale. La tirata di Cambell contro Cole su cui astutamente il film si chiude ci lascia se non altro col sorriso, lo stesso che deve aver avuto stampato in faccia Trevor Rabin (cantante e chitarrista degli Yes di "Owner Of A Lonely Heart") dopo aver composto qui la sua prima colonna sonora, obiettivo a cui puntava da tempo. Musiche ottime che gli frutteranno la stima di Bruckheimer, pronto a commissionargliene subito un'altra dozzina!

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Elspeth McGillicuddy (Ferris), un'anziana signora, è seduta nello scompartimento del suo treno a osservare divertita quello che accade fuori dal finestrino quando, incrociando un altro convoglio, si accorge con orrore che lì qualcuno sta strangolando una povera donna: la visione di un attimo, ma nitida. Tanto che, appena scesa, Elspeth decide di denunciare l'accaduto. La polizia naturalmente indaga, ma quando la signora torna in centrale con l'amica che stava andando a trovare, ovvero Miss Marple (McEwan), viene trattata come una visionaria, presa in giro dall'agente...Leggi tutto che le spiega come nessun cadavere sia stato trovato nei vagoni e del supposto delitto non esista traccia alcuna.

L'unica a credere a Elspeth è Miss Marple, che le fa capire come, perché anche la polizia si convinca del delitto, è esiziale che il corpo salti fuori. Studiando il tragitto del treno, le due capiscono come l'unico punto in cui l'assassino può essersi sbarazzato del cadavere sia la tenuta dei Crackenthorpe, a fianco dei binari. Per questo Marple chiede alla sua bella nipote, Lucy Eyelesbarrow (Holden), di farsi assumere come cuoca e governante dai Crackenthorpe e, nel frattempo, di cercare di capire dove potrebbe trovarsi, all’interno della tenuta, il corpo scomparso. Lucy accetta e con lei conosciamo la numerosa famiglia proprietaria della splendida villa, composta perlopiù dai figli di un uomo che ha da poco (nel prologo) perso la moglie e che si rivela felice di assumere Lucy alle sue dipendenze.

Il cadavere spunterà in breve tempo, ma ci sarà da capire - cosa più importante - l'identità del killer; e a questo penserà soprattutto Miss Marple, prevedibilmente, che tra uno sherry e l'altro si intrufolerà negli intrighi della ricca famiglia scoprendo molti altarini.

Un intreccio classico, per la Christie, che l'episodio ambienta perlopiù all'interno della meravigliosa villa con parco annesso che funge da set. I personaggi che vi gravitano intorno sono molti - come sempre - e piuttosto ben caratterizzati, mentre si scorge nella sceneggiatura qualche tocco ironico in più rispetto alla norma, con una Marple particolarmente acuta e sorniona. Variante interessante un avvelenamento di gruppo (rispetto al quale si avrà una soluzione geniale), ma a lasciare soddisfatti è anche la conclusione di questo "finestrino sul cortile" (l'inizio ricorda proprio una versione "da treno" del classico hitchcockiano) ben congegnato che segue piuttosto fedelmente la traccia del romanzo. Non che le dinamiche interne alla famiglia si rivelino troppo interessanti (né si rilevano interpretazioni particolarmente convincenti), a dire il vero, e l'inevitabile staticità data dalla location unica non aiuta a dare varietà, però il meccanismo soddisfa a sufficienza e l'appassionato gradirà.

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Il tenente Colombo

Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA

L'ISPETTORE DERRICK

L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA

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